Lâorigine del nome Spoltore potrebbe derivare da âSepulcretumâ, riferito al sepolcro di una regina con tre spighe dâoro poste sullâurna. Il paese di Spoltore nel 1461 fu dono del re di Napoli alla città di Chieti, nel XVI secolo appartenne a Manfredino di Valenza e poi fu possedimento dei feudatari Carafa e Figliola.
Spoltore (Foto D'Angelo)
Il centro storico è un intrico di vicoli, scalinate, piazzette, angoli pittoreschi che rimandano alla presenza, nei secoli passati, di una vivace comunità . Esso si sviluppa tutto entro la cerchia delle case-mura da largo della Porta a piazza D'Albenzio, sulla quale prospettano gli edifici antichi del paese. Nella parte più alta si distinguono i resti dellâantico fortilizio con tracce di un bastione angolare e di un torrione. Tra gli edifici più significativi ricordiamo il Palazzo già Castiglioni e la parrocchiale di San Panfilo. Allâinterno della chiesa si possono ammirare stucchi tardo ottocenteschi di Alessandro Terzani e una importante scultura raffigurante la Madonna col Bambino del XV secolo.
Complesso di San Panfilo (Foto D'Angelo)
Fuori del paese si trova il Complesso di San Panfilo, di antiche origini benedettine ma rimaneggiato nei secoli fino allâintervento dei primi decenni del settecento che conferì allâinterno della chiesa un aspetto di teatro barocco. La facciata in mattoni ingloba il portale e lâoculo della fase quattrocentesca a cui apparterrebbe anche il campanile.
Il paese si anima in Agosto per lo Spoltore Ensamble, una manifestazione di musica teatro e danza.
La domenica di Pasqua si ripete un'antica forma di rappresentazione sacra:l'incontro della Madonna con il Cristo risorto. Dopo la messa di mezzogiorno, seguendo percorsi diversi, convergono, nei vicoli che si aprono sulla piazza principale, le statue della Maddalena di S. Giovanni evangelista, della Madonna e del Salvatore. La Maddalena incontra per prima Cristo risorto e dopo averlo salutato corre ad avvertire, sull'altro lato della piazza, S. Giovanni; insieme si recano a salutare Gesù subito dopo dalla Madonna che appare su un altro lato tutta coperta di gramaglie. La scena si ripete per tre volte, fino a quando la Vergine avanza verso Gesù e lo incontra in mezzo alla piazza: tra lo scoppio dei mortaretti e un volo di colombi si libera del velo nero, apparendo splendidamente vestita di bianco. La rappresentazione si conclude con la folla che riaccompagna le quattro statue fino in chiesa.